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Asilo Nido Pinco Pallino: tre strutture accoglienti dedicate ai più piccoli

Un ambiente che accoglie e protegge, un percorso educativo pensato con cura, un gruppo di professioniste che vive la propria missione con passione: sono questi i tre pilastri su cui si fonda Pinco Pallino, realtà nata nel 2010 dalla visione di Marcella Spadini e Letizia Di Santo.

Nel corso di quindici anni la cooperativa ha saputo crescere assieme alle famiglie di Quarrata, creando spazi in cui ogni bambino può esplorare, relazionarsi, sentirsi ascoltato; spazi che conquistano per la calda atmosfera domestica e per la progettualità pedagogica basata sull’esperienza diretta, in particolare all’aperto, durante tutte le stagioni.

Una visione educativa radicata nella natura

Le fondatrici, impegnate fin dal 2011 sul territorio, sottolineano che il cardine dell’offerta di Pincopallinoquarrata resta l’esperienza diretta. In linea con il celebre pensiero scout di Baden-Powell, secondo cui non esiste cattivo tempo, ma solo equipaggiamento inadeguato, il gruppo di lavoro propone attività continuative all’esterno: orto didattico, percorsi sensoriali sul prato, manipolazione di materiali naturali.

Tutto è studiato per accrescere autonomia e felicità dei piccoli, favorendo il gioco libero e la cooperazione. A supporto operano pedagogiste coordinate da uno staff che ha completato formazione specifica di pronto soccorso pediatrico, oltre all’abilitazione all’uso del defibrillatore.

Tre strutture, un unico progetto di crescita

Aperto nel cuore cittadino nel 2011, l’asilo nido Pinco Pallino in via Repubblica 45 offre ambienti luminosi organizzati in angoli tematici che incoraggiano esplorazione e socializzazione. La posizione centrale lo rende facilmente raggiungibile ed è quindi un punto di riferimento per molte famiglie. Si rivolge ad una fascia di età dai 12 ai 36 mesi e mette a disposizione 39 posti.

Pinco Pallino 2, in via Pistoia, è rivolto sempre alla stessa fascia di età e, con i suoi 30 posti, dal 2014 estende la capacità ricettiva con laboratori artistici, momenti di lettura animata e giochi motori organizzati in base all’età. Tutte le proposte di attività puntano a nutrire curiosità, linguaggio e relazione con i pari.

Nel 2024 è stata inaugurata la terza struttura, Pinco Pallino Green, in via dei Pretelli, che si rivolge ad una fascia di età tra i 3 e i 36 mesi.

È un asilo nido immerso nel verde delle colline. Il servizio funziona tutto l’anno, compreso agosto, dalle 7.30 alle 18, con mensa interna affidata a prodotti locali selezionati. I gruppi ridotti consentono percorsi individualizzati: routine quotidiane pensate per stimolare autonomia (vestirsi, riordinare, servire il pranzo) e microprogetti settimanali che uniscono creatività, motricità fine e primi concetti scientifici.

Continuità educativa: nasce Pinco Pallino Up

Per offrire ai bambini un percorso senza interruzioni, accanto al nido Green, nel 2024 ha preso forma Pinco Pallino Up, centro didattico gestito dall’associazione Pinco Pallino UP ETS.

Il servizio, pensato per la fascia 3-6 anni, riprende la filosofia dell’educazione portata avanti dalle strutture Pinco Pallino, con l’obiettivo di portare i piccoli verso la scuola primaria mantenendo la stessa attenzione al contatto con l’ambiente e privilegiando attività pratiche.

L’importanza dell’educazione all’aperto

Lo staff pedagogico, dopo un’attenta analisi dei comportamenti dei piccoli, seleziona esperienze in sintonia con la naturale modalità costruttiva; da qui nascono itinerari formativi che ciascuno percepisce come realmente significativi. All’interno di questo quadro il percorso di apprendimento, più che il risultato, diviene il fulcro dell’azione educativa.

Di conseguenza, tutti i servizi promossi dalla Cooperativa e dall’Associazione sono concepiti come sistemi permeabili, capaci di riconoscere nei bambini competenze precoci e risorse emotive e comunicative variegate. L’apertura al contesto circostante resta una cifra distintiva dell’organizzazione.

L’idea di imparare fuori dalle mura scolastiche, già formulata nel XIX secolo, oggi trova solide conferme nelle neuroscienze e nelle metodologie dell’outdoor education e del place-based learning.

Il contatto costante con l’ambiente naturale, infatti, favorisce lo sviluppo psicofisico, potenzia i percorsi di apprendimento e sostiene la crescita di competenze civiche. La didattica radicata nel territorio offre a ciascuno l’opportunità di mettersi in gioco all’interno di piccoli gruppi, affrontando compiti impegnativi che alimentano abilità motorie, linguistiche, di leadership e di soluzione dei problemi.

Queste acquisizioni incrementano sia l’autostima sia la fiducia reciproca. Inoltre, questo modello si adatta ai nuovi stili di vita consolidatisi dopo l’ultima emergenza sanitaria.

Non basta trascorrere qualche ora all’esterno per parlare di autentica educazione all’aperto: servono progettazione consapevole, integrazione disciplinare, coltivazione dei legami fra le persone e costruzione di relazioni con l’ecosistema e con lo spazio fisico circostante.

Secondo questa impostazione, spazi interni ed esterni vengono vissuti ogni giorno come parti di un unico ambiente didattico, privo di barriere. L’indoor dialoga con l’outdoor, condividendo il medesimo orizzonte formativo.

Ne scaturisce un curricolo vivo, costantemente osservato, verificato e riprogettato: un processo alimentato dalla curiosità dei bambini e dall’impegno degli adulti che li accompagnano, capace di generare scambi educativi ricchi e reciproci.

Nel tempo, questa visione si traduce in comunità educanti capaci di sostenere talenti diversi, promuovere responsabilità condivise e valorizzare la ricerca attiva. Percorsi di formazione continua per il personale rafforzano coerenza metodologica, mentre collaborazioni con realtà culturali locali ampliano la rete di opportunità offerte a bambini e famiglie del territorio.